In pratica io in campagna ci sono nata: i miei genitori si sono trasferiti in Sabina quando io, mia sorella e mio fratello eravamo bambini; ho sempre raccolto le olive nel piccolo uliveto di famiglia, prima a mano, con i rastrelli, poi con gli abbacchiatori.

Mi sono laureata un Scienze Erboristiche, giusto per restare in tema, e in qualche modo questo mi ha portata dai ragazzi di Viadeicontrabbandieri, che ho incontrato ai Festival delle Erbe in Molise, dove mia sorella Elisa ha vissuto per quattro anni e che è un po’ il mio punto di contatto con la ruralità più profonda, visto che la Sabina ok, è campagna, ma alla fine dista 30 km da Roma!

La raccolta delle olive fisicamente è impegnativa, cavolo se lo è. Con tutto che io venivo dalla vendemmia in Francia, sul Rodano, nella zona del Gamais (che è il vitigno famoso per il Beaujolais, che sarebbe il novello francese, anche se all’azienda dove lavoravo Domain Têtê, di novello non volevano neanche sentirne parlare). Questo per dire che credevo di essere rodata alle fatiche agricole; se non che, la raccolta delle olive non ha niente a che vedere con la vendemmia e i giganti secolari con cui hai a che fare con Viadeicontrabbandieri , gli alberelli a cui ero abituata in Sabina li vedono da lontano. A parte il fatto che sono molti, molti, molti di più.

Quindi io mi chiedevo sempre se davo abbastanza, se “stavo sul pezzo” come dice sempre Tonio, e alla fine mi sono risposta che sì, ci stavo, su questo benedetto pezzo, comunque e sempre, e questo anche grazie a Tonio, che è molto bravo a non farti sentire lo stress, a viversi e far vivere le difficoltà del lavoro sempre con il sorriso.

Poi porterò sempre con me la grande biodiversità di questi luoghi, che ogni giorno non finiva di stupirmi, soprattutto per quanto riguarda gli insetti. Coccinelle a ventidue punti, insetti stecco, grilli di ogni specie, la mantide religiosa che fa capolino dalle maglie della rete.
Davvero incredibile.