La mia avventura con Viadeicontrabbandieri e la campagna delle olive è nata un po’ per caso. Me ne stavo a Torino, a rimurginare perché per una serie di motivi non ero riuscito a partire per fare lo stagionale in vendemmia, quando ecco che arriva Tonio a consegnare la pasta e la farina per mia madre, e fa: “Lorena, mica conosci qualcuno che vuole scendere giù in Molise a raccogliere le olive”.

Così eccomi qua, no?

Questo non senza uno di quegli imprevisti che sono il sale della vita.
Io viaggio con un Wolkswagen Westfalia T3 del 1986, quello che tutti chiamano Bulli; per intenderci: 80 fisso e 75 in salita. Bellissimo e sono io il primo a dirlo: però è nel gioco finire in panne in un punto in mezzo al nulla nei dintorni di Casacalenda, come è successo a me.

La cosa ha avuto i suoi vantaggi: prima di tutto, essendo in una zona isolata del Molise più profondo, mi sono potuto accampare (come è logico è doveroso per un proprietario di Bulli)

Poi perché sono entrato in contatto subito sia con la realtà del Molise, che con certi aspetti del lavoro olivicolo che vanno al di là della raccolta. Per cominciare, sul treno che ho preso da Casacalenda a Larino per raggiungere Tonio e rimediare il pezzo di ricambio per il furgone (un maledetto manicotto, ovviamente) è stato lo stesso macchinista, one man band, a farmi il biglietto, e sinceramente questa cosa mi ha divertito.

La giornata è proseguita accompagnando Tonio nel suo “giro” di produttore e mi sono divertito un mondo in Frantoio, dove l’operatore al muletto aveva tutto un suo repertorio di battute salaci con cui condiva le operazioni di carico e scarico dei cassoni delle olive dal furgone (“c’u ficco o nun c’o ficco “etc).

Per quanto riguarda la raccolta in sé per sé, posso riassumerla così:
spossante, soddisfacente, liberatoria, stacca i pensieri, libera dallo stress come una camminata in montagna, si arriva a sera cotti ma soddisfatti del prodotto del proprio lavoro, le giornate volano, il tempo passa in un attimo, i momenti conviviali di scherzo non mancano e allo stesso tempo bisogna saper capire quando è necessario scattare e lavorare sodo.
Tornerò