Si era nel Giugno 2020: il COVID, vigliacco e traditore, sembrava aver allentato la morsa sulle già provate regioni del nord, mentre al Sud si rafforzava sempre di più la beata illusione di averla scampata bella. Noi di  Viadeicontrabbandieri ci stavamo apprestando alle consuete  operazioni di mietitura, quand’ecco che la Realtà mette in scena un  numero di magia di quelli che  solo lei sa fare, e tira fuori dal cilindro un fotoreporter romagnolo, che viene a Macchia Valfortore, per documentare, appunto, la mietitura dei grani antichi. Di quel nostro incontro abbiamo già scritto qui https://www.viadeicontrabbandieri.it/blog/viadeicontrabbandieritonino-mosconi-eil-paese-del-sole/ .

Che  Tonino Mosconi fosse un professionista ed un artista di primissimo ordine lo si capiva già dando un’occhiata la suo sito e al suo portfolio; averlo visto all’opera è stato per noi un grande privilegio e la nostra meraviglia non vuol  certo essere una conferma delle sue capacità: non ne ha alcun bisogno. Eppure,  i pochi ma straordinari scatti di cui ci fece dono prima di andarcene non ci avevano preparato allo stupore  provato sfogliando il suo “Il Paese del Sole” , l’opera in cui indegnamente ci siamo ritrovati e che, sabato scorso, è venuto a portarci in una “presentazione” per pochi intimi.

Seduti sulle balle di paglia, all’ombra del fienile, abbiamo fatto due chiacchiere mentre i fratellini di Fermenti Liberi ci rifocillavano con una fresca caponata innaffiata dalle consequenziali percoche con il vino. Anche perché, a dirla tutta, noi anche quel giorno stavamo trebbiando: grani antichi, ovviamente. Una piccola superficie coltivata a Gentil rosso e Verna , per raccogliere i quali abbiamo utilizzato una magistrale micro-mietitrebbiatrice di fabbricazione cinese ( dopo averla vista all’opera, vi assicuriamo che qualsiasi ironia in merito è fuori luogo,; un po’ potete constatarlo dalle foto)  condotta dal grande Maurizio Marino della Fattoria dei Ciliegi di Montemitro (un altro eroe dei nostri tempi)

Quindi sì, in effetti si può affermare che abbiamo presentato un fotoreportage di 357 pagine sulla rinascita del Sud durante una pausa pranzo dei lavori in campagna. E’ una buona sintesi di tutto quello che è Viadeicontrabbandieri.

Tonino è un uomo il cui spessore si intuisce dopo pochi minuti di conversazione: fotoreporter di vecchia scuola, con zaino, sacco a pelo e fornelletto da campo, figlio della classe operaia e dell’emigrazione, ne “Il Paese del sole” racconta con parole (con le quali pure armeggia più che bene) e immagini dominate da intelligenza e passione, il devasto, la speranza e la voglia di riscatto di una terra “ un certo punto della storia divenuta sud”. Dall’ILVA di Taranto a Gioia Tauro passando per Gela e Agrigento, documenta lo stupro e il latrocinio delle nostre Patrie  e li intesse con il  filo della memoria fino a giungere all’evento esiziale: il saccheggio imperialista e razzista dei Savoia. Lo fa, naturalmente, cercando la bellezza nell’orrore, grazie alla potenza della sua fotografia che ritrae mostri di cemento e cimiteri post industriali suscitando l’emozione con rara maestria.

E l’onore più grande, per noi di Viadeicontrabbandieri, è stato proprio l’averci inserito nell’ultima parte del libro, tra le storie di riscatto del Sud, tra chi è “il sale della terra”, come si dice. Tra vignaioli del Sannio, olivicoltori pugliesi e altri piccoli grandi eroi del Sud resistente, la nostra storia di lavoro ha trovato con lui un nuovo modo per essere raccontata.

Grazie Tonino, per averci ritratto nell’oro del grano. Per averci ricordato che l’oro siamo noi. Ne avevamo bisogno