Venerdì 21/5 i braccianti agricoli di tutta Italia , guidati dal Sindacato USB e dal loro combattivo portavoce, Aboubakhar Soumahoro, hanno incrociato le bracia e sono scesi in piazza. Molto partecipato, in particolare, è stato il corteo che è partito dal ghetto di Grignano peer raggiungere la Prefettura di Foggia.

L’obbiettivo della protesta è la “sanatoria” dei migranti irregolari (per lo più divenuti tali in seguito al Decreto Sicurezza del precedente Governo, rimasto invariato) contenuta nel Decreto Rilancio; una sanatoria che USB, che riunisce lavoratori stagionali agricoli italiani e stranieri, non esita definire una truffa.

Il provvedimento prevede la regolarizzazione, da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori italiani e  stranieri impiegati fino ad ora in nero e la concessione del permesso di soggiorno a questi ultimi, dietro il pagamento di 500€. In alternativa, i migranti irregolari potranno regolarizzarsi “autonomamente”, qualora il  permesso di soggiorno non fosse scaduto prima del 31/10 / 2019, pagando €130 e solo se potranno dimostrare pregresse esperienze nel settore; questo darà loro accesso ad un permesso di lavoro temporaneo della durata di sei mesi, durante i quali si suppone trovino una situazione lavorativa stabile che ne consenta la trasformazione in permesso di soggiorno.

La sanatoria è riservata esclusivamente alle categorie di braccianti agricoli, Colf e badanti, dimostrando così , con rivoltante cinismo, che solo nel caso della più grande emergenza sanitaria degli ultimi cento anni, e solo temporaneamente, si può concedere una tregua, per altro di facciata, dallo sfruttamento basato sull’illegalità, la violenza ed i soprusi. Non è prevista l’iscrizione all’anagrafe, né l’accesso al Medico di Base.

Ricordiamo inoltre che ad essere sfruttati nei campi non sono solo migranti, ma ancora in maggioranza,gli italiani; ne è ben consapevole Aboubakhar Soumahoro che in questo video  ricorda Pola Canale, morta di fatica nel 2015, durante la vendemmia.  ed è bello sapere che molti piccoli agricoltori hanno fermato la propria attività in solidarietà con i braccianti, perché cominciano a capire che italiani e stranieri, contadini e braccianti hanno un  comune nemico innanzitutto: la Grande Distribuzione Organizzata

La GDO è stato il solo comparto ad incrementare , e non di poco, il proprio fatturato durante la Pandemia, senza che questo avesse ricaduta alcuna sugli addetti ad ogni livello, per altro schiacciando i propri fornitori con la pratica capestro delle aste al ribasso https://www.internazionale.it/notizie/fabio-ciconte/2020/03/30/coronavirus-discount-cibo-ribasso?fbclid=IwAR0XL5iSFwS8oMD1wMpqKPvnunqz7sjPWHJYDFOmJ1qcaNtWonJG76XsGek

Produttori contadini e lavoratori delle campagne (tra i quali spesso passano differenze davvero minime in termini di reddito e precarietà) hanno come ultimo, fondamentale alleato i consumatori, molti dei quali, in solidarietà alla giornata di otta del 21/05, hanno aderito al cosiddetto “sciopero della spesa”. In questo senso  lo sviluppo della consegna a domicilio, nonché  della vendita diretta in mercati all’aperto, in cui le condizioni di sicurezza sanitaria e di distanziamento possono essere anche maggiori di quelle dei supermercati, forse aiuteranno la filiera corta ad abbattere i costi e ad essere un’alternativa praticabile anche per chi, comprensibilmente, oggi considera il “consumo critico” un lusso per pochi

 

https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/sciopero-braccianti-campagne-mancano-diritti-non-braccia/AD6pyES